
Nuove considerazioni sull'oratorio di Santa Felicita in Fara Gera d'Adda
Document information
Lingua | Italian |
Numero di pagine | 90 |
Formato | |
Dimensione | 666.70 KB |
- Archeologia
- Conservazione dei Beni Archeologici
- Storia Medievale
summary
I. Scavi archeologici e primi ritrovamenti
Gli scavi presso l'oratorio di Santa Felicita hanno rivelato importanti informazioni sulla storia della chiesa. Il ritrovamento di una soglia a nord, a 1,20 m di profondità, suggerisce un antico ingresso laterale. Sotto di essa, due sepolture senza corredo, di cui una subadulta. Nelle cantine adiacenti, basamenti di pilastri e un elemento architettonico in marmo di età romana, ora visibile presso la casa coadiutorale. Lo scavo, esteso per circa 7 m³, ha convalidato le teorie di Pietro Balconi sull'impianto planimetrico.
1.1. Resti altomedievali
Sul lato nord-ovest, resti di due fasi altomedievali della chiesa, identificata come l'ecclesia in honore sancti Alexandri citata nei documenti. Tre livelli di pavimentazione in malta, quello inferiore altomedievale. Nell'abside centrale, una buca con scorie di bronzo e argilla, possibile fossa per la fusione di una campana. Un muro con tegole romane a spina di pesce e decorazioni pittoriche su due strati, associabili a diversi livelli pavimentali.
1.2. Documentazione archivistica
La documentazione, principalmente dal Fondo Pergamene della Biblioteca Civica Angelo Mai di Bergamo, consiste in placita tra IX e X secolo, relativi alla cattedra vescovile bergamasca. Quattro diplomialtomedievali riguardanti la chiesa di Sant'Alessandro: due di Carlo il Grosso, uno di Arnolfo e uno di Ludovico il Cieco. Il privilegio di Carlo il Grosso conferma i diritti di proprietà della chiesa farese di Sant'Alessandro, precedentemente usurpata. Come risarcimento, la donazione del monastero di San Michele in Cerreto.
II. Analisi dei diplomi
Il primo privilegio carolino, conservato in originale, è considerato la "magna charta della Chiesa di Bergamo". Dichiara l'immunità dei beni episcopal. Il documento cita la chiesa di Sant'Alessandro in Fara, usurpata da mali homines. Carlo il Grosso ne restituisce il possesso alla diocesi e concede il monastero di San Michele in Cerreto.
2.1. Contesto storico del diploma di Carlo il Grosso
Il privilegio si colloca nel contesto delle usurpazioni di beni ecclesiastici a Fara, forse in seguito ai disordini dell'875, causati dall'occupazione militare del villaggio da parte delle truppe di Berengario del Friuli e di Carlo III. Il documento cita Grimoaldo, re longobardo, che stabilì la chiesa con le sue possessioni sotto la diocesi. Menzione del vescovo Giovanni, che convertì la chiesa dalla fede ariana a quella cattolica.
2.2. Il diploma di Arnolfo
Il diploma di Arnolfo ribadisce i privilegi concessi alla Curia di Bergamo. Cita la distruzione di documenti durante l'assedio di Bergamo nell'894. Conferma i diritti sulla chiesa di Fara, sul monastero di San Michele in Cerreto, su quello di San Salvatore a Bergamo e sulla cappella di Sant'Antonino. Aggiunge le proprietà del conte Ambrogio e del chierico veronese Gotofredo.
III. Fasi costruttive della basilica
L'analisi delle strutture della basilica evidenzia diverse fasi costruttive. L'edificio di Fase III, eretto tra IX e X secolo, conserva ampi tratti di muratura. La facciata attuale è arretrata rispetto all'originale. Un arco inglobato nella casa coadiutorale potrebbe essere un residuo dell'ingresso principale.
3.1. Tecniche costruttive e materiali
Le murature mostrano l'uso di materiali di spolio, pratica comune nell'edilizia altomedievale. Laterizi sesquipedali, tipici dell'epoca romana, disposti con cura. Probabile produzione in figlinae locali, utilizzando argilla alluvionale. Irregolarità nell'impianto planimetrico, con il muro meridionale non perpendicolare all'asse longitudinale.
3.2. Committenza e contesto sociale
La committenza della basilica è incerta, ma evidente il desiderio di collegamento con gli ambienti di corte. Fara, parte del fisco regio, era sotto forte influenza della monarchia. L'edificio si inserisce nel quadro di ripresa edilizia della fine del VII secolo. Soluzioni architettoniche ambiziose, come le proporzioni auree e i rinforzi perimetrali, indicano il prestigio della committenza.
Riferimento del documento
- Visite Pastorali (ACVB Visite)
- Memorie di Fara d’Adda raccolte dal Sac. Pietro Balconi Arciprete parroco (P. Balconi)
- Chiesa di Santa Felicita - Manutenzione straordinaria e messa in sicurezza della copertura del tetto ed indagini conoscitive sottopavimentazione. Relazione storica e tecnica-illustrativa (Studio di Architettura Lamberto Biffi)
- Rotulum Episcopatus Bergomi
- Note relative ai parroci della diocesi di Bergamo dal 1200 in poi, in: Fondo Tagliabue, vol. R XV - Cronotassi dei Parroci (M. Tagliabue)